mercoledì 11 novembre 2009

Paola Cannatella

Tutorial n°97



Prologo al tutorial. Attenzione, sono una mezzafumettista autodidatta! In altre parole, la mia passione per i fumetti occupa solo una parte delle mie giornate lavorative e credo che mi manchino un po’ di abilità tecniche. Pertanto, invito a tutti i lettori di Kinart a non prendermi troppo sul serio. E mi scuso perché non ho il dono della sintesi.

Prospettive è un romanzo a fumetti composto da 112 tavole suddivise in un prologo e in 8 capitoli di lunghezza variabile. La storia è articolata su tre livelli di lettura: la città di Catania, le vicende sentimentali di una donna di trent’anni e le prospettive - quei diversi punti di vista su un luogo o una persona dal quale si possono cogliere differenti frammenti dell’anima (ad esempio: prospettiva dal pozzo di Gammazita, prospettiva dal gatto Gandhi, prospettiva dai sogni)

Racconterò le tappe della realizzazione, soffermandomi in particolare sulla costruzione della tavola di pagina 65:

1) Idea
2) Progetto
3) Storyboard
4) Fotostudio
5) Matite
6) Tavola



1) Idea. Ho avuto la prima idea di Prospettive nel dicembre 2007 a Catania, durante una delle mie passeggiate solitarie in bicicletta. Al Molo di Levante del porto, ho osservato e compreso la mia città da un punto di vista diverso da quelli a cui ero abituata. Ho così pensato alle diverse prospettive da cui si possono osservare le cose, e da lì cogliere qualche elemento della loro anima…

All’inizio del 2008 me ne sono andata da Catania, trasferendomi al Nord…

2) Progetto. … anche per questo, forse, l’idea è diventata progetto molto lentamente: ad ogni modo, ho definito il soggetto, i personaggi, le ambientazioni, alcune tavole complete (che in futuro avrei praticamente rifatto da zero) e una dozzina di pagine di storyboard.

In particolare, ad aprile e ad agosto ho potuto raccogliere quasi tutto il materiale fotografico che mi occorreva. Spesso sono andata in giro direttamente con la videocamera: in cambio di una minore definizione dell’immagine, ho avuto un gran numero di fotogrammi e a volte, grazie ai rumori e alle voci, sono riuscita a conservare l’atmosfera di quello che mi circondava.

Il progetto è stato approvato ufficialmente da parte della Tunuè durante il Lucca Comics & Games 2008, il 2 novembre. Il giorno dopo, ho traslocato a Pavia, dove vivo tuttora stabilmente, e mi sono prefissa la mia scadenza. Il 31 marzo 2009.

3) Storyboard. Per assecondare il flusso della creatività, ho scritto e disegnato lo storyboard vignetta dopo vignetta su fogli A4, in orizzontale. L’esempio che porto è quello della tavola a pag. 65, la quarta tavola del quinto capitolo, “prospettiva dai sogni”.





Per ciascun capitolo, ho numerato le vignette e poi ho stabilito la loro suddivisione in tavole in un foglio riassuntivo, a pagine affiancate. In totale, nel quinto capitolo c’erano 79 vignette suddivise in 16 tavole.


Mi preoccupo sempre di verificare la media di vignette per tavola. Mi serve come primo strumento per capire il ritmo che sto imponendo alla lettura: valuto pertanto la media vignette/tavole sia nei singoli capitoli che nella totalità delle tavole, e in corrispondenza dei punti della storia in cui l’attenzione del lettore dovrebbe essere al massimo. Tendenzialmente, quando ci sono poche vignette in una pagina la lettura scorre più veloce. Si può rallentare inserendo più balloon o tramite dei disegni più spettacolari, a cui il lettore si sofferma qualche ulteriore istante.

Ad ogni modo, tutto quello che stabilisco all’inizio non è mai definitivo. Man mano che inizio a lavorare alle tavole vere e proprie, di solito apporto delle modifiche alla progettazione originale e le “valutazioni” si vanno ad affinare sempre di più. Per esempio, nella progettazione originale le tavole erano 118, contro le 112 di quella finale. Mi è capitato di accorpare due tavole in una, oppure di disegnare immagini completamente diverse da quelle dello storyboard, oppure di eliminare dei balloon, oppure di riscrivere i dialoghi: tanti di quegli “aggiustamenti” che non potrei raccontarli tutti. A dispetto dell’instabilità e il rischio di diventare pazzi, secondo me la qualità del lavoro può continuare a migliorare (in tutto questo, serve un editore molto imprudente, oppure molto fiducioso).

Nel caso del capitolo “prospettiva dai sogni”, nella progettazione iniziale la pagina 65 era la quinta del capitolo, mentre in quella finale, dopo aver accorpato in una le due pagine precedenti, è diventata la quarta.

Mi costruisco un prospetto su Excel per tenere d’occhio in un foglio la pianificazione dell’opera e la media vignette/tavole…



…e in un altro, i punti di media e massima attenzione (insomma, quando succede qualcosa di emozionante!). Come vedete, prima di passare alla realizzazione delle tavole, faccio parecchi preparativi. E ancora non è finita!



Torniamo allo storyboard.

Per affinare la pianificazione e supportare la realizzazione delle tavole, ho scansionato lo storyboard e l’ho perfezionato in Photoshop (lo chiamo “storyboard.psd”), su un file in scala di grigio a 400 dpi cm 21x29,7. Questo stesso file diventerà in seguito quello della tavola definitiva. Sistemo le immagini in una gabbia e soprattutto scrivo i balloon e incollo il lettering (c’è da parte un file word con tutto il lettering preparato in precedenza, trascritto dallo storyboard). Infine, stampo il file su un foglio A4. Messe insieme tutte le stampe dello storyboard.psd, posso sfogliare e leggere il mio fumetto. Mi immagino meglio come sarà da libro, e se qualcuno accetta di leggerlo posso avere un parere (di solito, è il mio fidanzato la prima vittima, poi il mio editore…).



4) Fotostudio. Sulla base dello storyboard.psd, inizio a progettare la tavola vera e propria. Mi diverto a procurarmi il materiale fotografico di tutte le immagini per cui mi sembra opportuno una definizione più realistica possibile (compresi gli autoscatti a me stessa – modella di personaggi sia maschili che femminili!!!), sistemo le immagini o le combino in collages. Lo chiamo “fotostudio”. Inserisco le foto nel file, nascondo i livelli con i balloon e il lettering, e lo stampo. Sempre in A4.



5) Matite. Con il mio tavolo luminoso, passo alle matite di base. Ricalco quello che mi interessa e invento tutto il resto.



A questo punto, passo alle matite definitive. Uso una matita a mine B1 0.5 e metto il righello completamente da parte. Ho scelto questa tecnica perché, rispetto all’estrema pulizia e definitezza di tratto che sono abituata ad ottenere con i pennarelli (a partire dallo 0.05), intendevo imprimere un segno più “sporco”, in relazione alla rappresentazione della città e della realtà, che vacilla in atmosfere surreali. Definisco i contorni delle vignette con un pennarello.



6) Tavola. Quella che chiamo tavola alla fine è un file di Photoshop.



Il file è costruito sui seguenti livelli:

1. lo sfondo denominato “BIANCO”: un semplice livello completamente bianco.

2. “fotostudio” e “storyboard”: utili per le fasi precedenti, vengono nascosti.

3. “Viola: qui viene disegnato, con l’ausilio della tavoletta grafica, il colore a tinta piatta scelto per la bicromia.

4. “Neri”: alcuni elementi sotto la “BASE” vengono colorati di nero. In questo caso, si tratta dei capelli e della maglia di Agata.

5. “BASE”: qui viene riportato il tratto ricavato dalle matite definitive, che in precedenza sono state scansionate e portate su Photoshop. Il tratto l’ho isolato selezionando e cancellando il bianco e al livello ho applicato lo stato “moltiplica” per tre volte. Poi ho portato la luminosità al minimo, ottenendo un tratto di colore nero, con piccole gradazioni di grigio.

6. “correzioni”: nella seconda vignetta ho ristretto leggermente la schiena del personaggio di spalle.

7. “CORNICE”: all’esterno dei contorni delle vignette, la tavola viene colorata di nero.

8. il gruppo di livelli “lettering e balloon”: fa sempre comodo poterli nasconderli tutti insieme, quando serve. Ho messo ciascun balloon in un livello separato dagli altri. Il balloon è costituito da un poligono bianco deformato, con una funzione di traccia nera a 20 px.

Appena ultimata la tavola, procedo ad una stampa di prova a colori nel formato finale (cm 17x24). Dopo aver visto la stampa, nella maggior parte dei casi apporto delle modifiche. Nel livello delle “correzioni” o su quello del “viola”, oppure cambio il lettering o riposiziono un balloon.

Rispetto allo storyboard.psd, si possono notare parecchi cambiamenti. In generale, una differente impostazione della tavola, con la terza vignetta posizionata più in basso. In particolare, nella prima vignetta, mancano i dialoghi e gli elementi “umani” (è sparita la mano di una cameriera). Ancora, sono cambiate quasi tutte le inquadrature e parte dei dialoghi sono stati riscritti meglio o sintetizzati.



Uno degli errori che ho fatto per mancanza di esperienza è stato lavorare in RGB anziché in CYMK: la stampa in bicromia ha delle regole diverse dalla scala di grigio e dal CYMK. Alla fine, perdendo un po’ di tempo, sono riuscita comunque a rimediare alla cavolata. Ad ogni modo, la stampa in bicromia si gioca solo sui canali Cyan e Nero, gli altri rimangono vuoti (letteralmente “bianchi”). è il canale Cyan il riferimento per il colore della bicromia. Infine, è sempre un bene farsi una chiacchierata col tipografo per spiegargli l’effetto che si vuole ottenere…



Ed ecco la tavola finale, grande grande. Grazie per l’attenzione!



Un saluto a tutti, continuate a seguire Kinart!


Paola Cannatella

8 commenti:

Alfelf ha detto...

grazie, davvero interessantissimo e complimenti anche per l'umiltà (la vera qualità che rende grandi!) :)
Alfelf

Babbu ha detto...

davvero bello complimenti!! sopratutto spiegato benissimo!!:D

Elena Cavaliere ha detto...

E' stupendo *_*
GRAZIE!!

Unknown ha detto...

Ma quello e' castelo ursino :O

Unknown ha detto...

Brava.. molto metodica e motivata negli obbiettivi..
Ottimo lavoro. :-)

paolo raffaelli ha detto...

Accidenti quanto lavoro che fai! Ma il risultato si vede tutto! Brava

paola cannatella ha detto...

Eccomi, eccomi, non mi ero accorta che il tutorial era on line... che dire... è gratificante avere la possibilità di spiegare come si lavora... E sono davvero contenta che apprezziate.
Sì, quello è il Castello Ursino e sul piatto ho disegnato delle autentiche polpette di carne di cavallo e degli involtini di melanzane!

Alesje ha detto...

Veramente molto bello il tutorial,seguirò i tuoi consigli.
Grazie.

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