mercoledì 26 agosto 2009

Giuliano Piccininno_1: Bagigi

Tutorial n°96

Giuliano Piccininno è un grande professionista del fumetto. Ha lavorato praticamente su tutto (da Alan Ford al Corriere dei Piccoli, da L'Intrepido a Prezzemolo, da Dampyr ad Arthur King), sempre con grande eleganza e precisione.
Ci regala questo bel Tutorial in due parti.


Un fumetto sul rugby? In Italia?!?




 


Vabbè…si tratta di uno sport in crescita, in molti ne sottolineano l’aspetto educativo, il trend è positivo quanto ad investimenti pubblicitari e presenza in TV, ha affascinato illustri personaggi, pensiamo ai reportage di Baricco, ai lavori teatrali di Paolini, ai racconti di Pastonesi…ma non sembrava comunque una buona idea.

In Francia, dove il rugby è molto popolare, ci sono diversi fumetti di ottima qualità che possono fare affidamento sulla conoscenza diffusa della disciplina grazie ad una tradizione sportiva ormai centenaria. Ma da noi, in Italia…

Però tutta la letteratura sviluppata nel nostro paese sull’argomento parla proprio delle difficoltà di affermazione di una disciplina basata su valori di lealtà sportiva non molto gettonati nel nostro paese; è proprio il mio punto di partenza!
Tratteggio il personaggio di un allenatore, un ex giocatore che, per passione (ed una buona dose di masochismo, come personalmente sperimentato), si dedica alla formazione dei giovanissimi.



Ma non volevo fare un fumetto didattico, né tantomeno rivolgermi esclusivamente chi mastica già rugby; sono partito dalla pretesa di utilizzare il gioco come metafora della vita, giocando con l’imprevedibilità della palla ovale .
Ogni singola tavola doveva risultare comprensibile e divertente a chiunque, indipendentemente dalla conoscenza o meno della disciplina.
Il progetto ha poi trovato uno sbocco editoriale (sulla rivista Rugby Club) grazie a Claudio Da Ponte, che mi ha suggerito l’inserimento di un gruppo di ragazzini, dei “tipetti” ben noti a chi ha avuto a che fare con dei giovanissimi rugbisti, si trattava solo di dargli una fisionomia. Anche il nome era bell’e pronto: i Bagigi.




Una volta definito il formato (tavola autoconclusiva) è iniziato il lavoro di “limatura” dei Bagigi; io e Claudio avevamo bene in mente le loro peculiarità caratteriali e comportamentali, si trattava di renderle graficamente in modo chiarissimo anche a chi legge una singola tavola senza conoscere la serie. Lo studio delle proporzioni è fondamentale per comunicare con pochi segni i rapporti anche psicologici fra i personaggi.




Vediamo ora la genesi di una delle prime tavole: di solito Claudio suggerisce delle situazioni (a volte dei veri e propri soggetti) ed io le elaboro narrativamente. Rivestendo la duplice veste dello sceneggiatore e del disegnatore trovo più efficace sviluppare visivamente un layout dell’intera tavola. Spesso durante questa fase emergono delle idee che possono essere assorbite nella struttura narrativa; in altri casi bisogna avere il coraggio di rinunciare a degli spunti, magari molto divertenti, che possono creare uno sbilanciamento nel racconto.

In questa tavola un pestifero ragazzino al primo approccio con il rugby mostra la sua incapacità di adattarsi alle regole del gioco, i Bagigi provano a spiegargli pazientemente cosa non si deve fare. Con il Layout definisco il ritmo delle situazioni ed imposto i dialoghi.




Nell’impostazione della tavola tengo presente anche l’equilibrio cromatico delle inquadrature; le difficoltà che si presentano sono due:
1.il campo erboso verde sarà presente quasi in ogni vignetta.
2.per esigenze di sponsorizzazione, i Bagigi hanno la maglia gialloverde.

E’ quindi necessario studiare preventivamente dei contrasti adeguati fra le figure e gli sfondi per avere una buona resa grafica.

Ma questo studio del colore ha anche una funzione narrativa.


Ci sono situazioni che giustificano la “camera fissa”, cioè la ripetizione della stessa inquadratura per costruire una gag con unità di azione, come in questo esempio:




Nel nostro caso, invece, la storiella si snoda attraverso dei salti narrativi fra una azione e l’altra, bisogna quindi variare le inquadrature per accentuare gli stacchi temporali.
(continua)

Giuliano Piccininno

1 commento:

Lucia ha detto...

Friuladria?!?! Ma tu sei friulano?

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