lunedì 26 novembre 2007

Disegno10, Paolo Raffaelli: L'Importanza della Documentazione

Tutorial n°56

Perché ci si dovrebbe documentare per fare un fumetto? Una prima risposta è che la documentazione investe completamente storia, ambienti e personaggi di un fumetto, che sia un ciclo in più volumi o una tavola autoconclusiva, che sia ambientato in un epoca e un luogo precisi o sia un umoristico fantascientifico, comunque sarà necessario fare una ricerca attenta di tutti gli elementi che saranno rappresentati.
Proprio per poter approfondire la maggior parte delle situazioni la tavola di cui insieme vedremo lo sviluppo ha bisogno di una documentazione imponente, quasi puntigliosa e a più livelli di conoscenza. Cercherò quindi di descrivere oltre che le fonti e i modi di ricerca anche l'approccio a un fumetto così specialistico.

Voglio fare una premessa: una buona documentazione sarà notata anche da chi non sa nulla delle vicende e del periodo storico narrati, perché darà a voi che la utilizzate la possibilità di inserire una miriade di elementi, a volte addirittura strutturali e non decorativi, alla vostra storia. Avere inoltre ben delineato il periodo che si vuole narrare e conoscere a fondo l'argomento specifico è sempre un vantaggio non indifferente che salvaguarda anche dall'accorgersi, magari a metà della lavorazione, che si è fatto qualcosa che non ha fondamento storico.

Veniamo alla tavola di cui questo è il primo schizzo fatto soprattutto per leggere la disposizione dei pesi e il senso della narrazione. Sembra un guazzabuglio di segni ma io già ci vedo il lavoro terminato (ho doti divinatorie).



Siamo nell'autunno del 1944, sul fronte occidentale, in un aeroporto della Luftwaffe, la forza aerea tedesca. La situazione volge al peggio per le armate del Terzo Reich che sono ormai in ritirata su tutti i fronti, gli alleati sono sbarcati in Normandia il 6 giugno del 1944, a agosto hanno liberato Parigi e adesso stanno ricacciando i tedeschi verso il Reno. Fino a qui qualsiasi libro di storia vi sarà d'aiuto.


Per quanto riguarda la guerra aerea le cose si complicano un po', ma ancora molti libri, soprattutto inglesi, e una attenta ricerca su internet ci possono venire in soccorso. Americani (di giorno) e inglesi (di notte) bombardano da un anno con regolarità fabbriche, città e snodi ferroviari della Germania con formazioni sempre più imponenti. I bombardieri da tempo sono scortati da ugualmente numerose formazioni di caccia che li proteggono dall'assalto degli aerei della Luftwaffe.
Eccoci quindi a noi... dalla fine del 1943, per evitare di costituire un facile bersaglio, gli aeroporti vennero spostati a ridosso di zone boscose così da mimetizzare e proteggere gli aerei dagli attacchi dei bombardieri e soprattutto dei caccia di scorta che tornando indietro dalle missioni erano soliti scendere di quota e cercarsi bersagli lungo il viaggio di ritorno.
La tavola mostra il momento immediatamente precedente ad un decollo per intercettare una formazione di bombardieri americani. Contrariamente a quanto avevo sempre immaginato la situazione non era affatto caotica ma, anzi, aveva una sua pacatezza. Solo cercando documentazione sempre più dettagliata e infine appassionandomi anche alle vicende di questi uomini in guerra sono arrivato a trovare diverse fonti che parlano di questi momenti come di istanti relativamente calmi anche se pieni di attesa. D'altronde in quel periodo gli statunitensi bombardavano tutti i giorni in cui le condizioni climatiche lo permettessero e per di più, anche se gli obiettivi variavano, lo facevano quasi sempre alla stessa ora.

La prima vignetta presenta un totale proprio di uno di questi "aeroporti mimetizzati", ed è presa da due differenti foto tratte da Bf 109 F/G/K Aces of the Western Front della casa editrice inglese Osprey.







Anche se poi modificate, le due foto mi hanno permesso di cogliere soprattutto l'atmosfera della vignetta e la naturalezza degli atteggiamenti.
La seconda vignetta introduce il personaggio principale, Hermann, che tra l'altro si vedrà anche in tutte le rimanenti vignette della tavola. Qui è importante trovare nell'ambito della documentazione a disposizione anche delle caratteristiche "originali" e allo stesso tempo credibili che diano forza e caratterizzazione al personaggio. Per fortuna in questo caso non è difficile perché, per quanto possa sembrare strano, i piloti tedeschi, più di quelli di qualsiasi altra nazione belligerante, amavano modificare e personalizzare i propri aerei e le proprie uniformi di volo, tanto che alla fine della guerra era praticamente impossibile trovare due velivoli identici. Da Uniformi della seconda guerra mondiale di Hobby & Work una bella illustrazione degli ottimi Malcom McGregor e Pierre Tourner che ritrae il più grande asso di tutti i tempi, Erich Hartmann, mi da tutte le indicazioni che mi servono.


Per un primo piano apparentemente (e avendo anche già un riferimento) una documentazione particolare sembrerebbe superflua, e in effetti molte volte lo è, ma avere davanti una foto con la stessa angolazione, e magari gli stessi abiti, del primo piano che vogliamo disegnare permette di vedere un sacco di cose che tralasceremmo andando solo "a mente". In definitiva un altro dei grossi vantaggi di una documentazione accurata a mio parere è proprio la possibilità di dare "colore" a qualsiasi vignetta, anche la più insignificante. Il primo piano in questione è preso da Luftwaffe Air & Ground Crew 1939 – 45, sempre Osprey (e sempre Hartmann, tra l'altro).





Dallo stesso volume è anche questa bellissima foto che bene rende il concetto di personalizzazione delle uniformi di volo e che in questo caso mi ha anche influenzato la costruzione stessa della vignetta, visto che quando ho impostato la tavola avevo già in mente di utilizzarla.





Nella vignetta ci sono anche Hermann e un altro personaggio in primo piano per il quale ho preso abbigliamento e posa da quest'altro bello scatto sempre da Luftwaffe Air&Ground Crew 1939–45



Nella striscia seguente, con le vignette 4, 5 e 6 l'uso della documentazione è stato un po' diverso. Due inquadrature con primi piani molto stretti e un piccolo totale con sagome in primo piano: per le vignette con i primi piani sono andato un po' di mestiere e ho controllato qui e là solo alcuni piccoli particolari, soprattutto dei berretti e l'angolazione da cui sono visti. Per il "totalino" ho usato uno sfondo preso da Focke Wulf Fw190 Aces of the Western Front, Osprey.





Mentre, dei due piloti in silhouette, la posa di Hermann è copiata dalla precedente figura di Hartmann.
L'ultima vignetta mostra i due che arrivano davanti all'aereo di Hermann che ho preso da una precisissima fotografia da Messerschmitt Me.109 della Delta Editrice.





L'aereo in foto è un G6/R6 che però, sempre grazie al lavoro di documentazione, posso facilmente trasformare in un più opportuno G14/AS. Su tutta la tavola, dove sono visibili, le insegne sono quelle dello Jagdgeshwader 3Udet.
Questa è la matita finita


E questa è la tavola inchiostrata. Mentre inchiostro tengo sempre vicino a me le immagini che ho usato per la documentazione delle varie vignette, mi capita spesso infatti di fare qualche piccolo cambiamento o di non ricordare perfettamente qualche piccolo particolare.

Ma forse a questo punto qualcuno si domanderà, mi occorre tutta questa massa di roba solo per fare una tavola? Beh, io non è che ho una risposta, e certo ci sono un sacco di fumetti molto più semplici e che richiedono meno supporto di quello che vi ho mostrato.
E' anche vero che molto spesso però si vedono strade con palazzi di fantasia e automobili che non si sono mai viste girare da nessuna parte. O pistole che non sparerebbero nemmeno ad acqua, o semplicemente gente vestita in modi improponibili.
Quindi direi che un lavoro professionale non può prescindere dal conoscere bene ciò che si disegna. In fondo non è che nessuno ci ha costretto a fare questo mestiere, e se lo facciamo perché non cercare comunque di farlo nel migliore dei modi?
Paolo Raffaelli

NEXT 29/11/07: Massimo Dall'Oglio, Manichino1

11 commenti:

Ketty Formaggio ha detto...

Bravo Paolo, davvero un bellissimo Tutorial! Ho apprezzato molto sia i dati veri e propri che il modo in cui l'hai scritto, molto piacevole alla lettura.
Complimenti!
k

paolo raffaelli ha detto...

Grazie! Mi sembro sempre un po' prolisso a rileggermi, invece...
XD

Riccardo ha detto...

bellissimo tutorial, bellissimi anche le tavole.
vorrei però proporre un possibile post sempre sulle basi del "disegno".
A me capita spesso di ottenere un effetto disastroso quando passo alle chine dei capelli. Il risultato è spesso statico, pesante e poco realistico...

suggerimenti in merito?

Elena Cavaliere ha detto...

L'unica è fare tanto esercizio! Se quelli che dici sono i tuoi problemi, evidentemente è perchè non hai ancora trovato l'equilibrio tra la tua mano e gli strumenti che usi, e non hai ancora i movimenti fluidi come vorresti. Esercitati su dei pezzi di carta con pressioni e modulazioni di linee.

Poi guarda anche questi tutorial
http://tutorialkinart.blogspot.com/search/label/Inchiostrazione

magari trovi qualcosa di utile!!

Grazie Paolo per il tutorial e grazie a Sergio che mi ha sistemato l'articolo @.@ speriamo che il mio pc torni presto ok!!!!

Elena

Anonimo ha detto...

Sei un grande! bello davvero il tutorial!

paolo raffaelli ha detto...

Grazie a tutti!!!
E adesso su, a lavorare!

:P

Claudia ha detto...

Ma tu copi le foto, non vale! :D
Cavolate a parte, parole sante uomo!
Nel disegno come nel colore a lavorare a "memoria" senza riferimenti si tende a fare sempre qualcosa di idealizzato che non sempre è così simile alla realtà e allora nasce un trionfo di scatole-cellulare, macchine tipo paperino e via dicendo.
Certo in un fumetto storico poi un riferimento è essenziale anche se alle volte ti porta a cercare cose strane: tra le mie ricerche più folli c'è stato un circo orientale dell'800 o_O

Davide Pascutti ha detto...

Caro Paolo, innanzitutto complimenti per la chiarezza espositiva e la scelta dell'argomento!
Io ho da poco ultimato un fumetto sulla Grande Guerra, lavoro che ha richiesto un notevole sforzo documentativo e vorrei approfittare di questo spazio per aggiungere un paio di considerazioni derivate dalla mia personale esperienza a completamento della tua già esauriente trattazione:

1) Una cosa fondamentale è sapere con estrema precisione DOVE e QUANDO è ambientata la nostra storia. Non sono ammessi pressapochismi, ne andrebbe della credibilità dell'intera opera.
2) Internet, musei e biblioteche comunali possono essere fonti inesauribili di materiale fotografico e non è difficile costruirsi un archivio privato di illustrazioni a cui attingere per il proprio lavoro. Ritengo sia però fondamentale non limitarsi ad accatastare fotografie ma dedicare del tempo anche alla lettura dei testi e delle didascalie per contestualizzarle con precisione. Divise, armi e equipaggiamenti potevano subire modifiche sostanziali anche nell'arco di pochi anni e il rischio di ritrarre situazioni incoerenti è sempre dietro l'angolo! La soluzione migliore, anche se non sempre facilmente attuabile, è quella di contattare un esperto storico/uniformologico a cui sottoporre man mano il materiale per delle revisioni.
3) Il mondo non è solo armi, aerei e divise, un'attenta documentazione dovrebbe abbracciare pressochè ogni aspetto della vita dei nostri protagonisti. E se dovete ritrarre un telefono, una moneta, una radio, un francobollo? A tale scopo trovo molto utile la visione di film ambientati (o se possibile girati) nell'epoca teatro del nostro lavoro.
4) Forse non è così scontato ma l'importanza della documentazione è la stessa anche in fumetti ambientati al giorno d'oggi (nel qual caso sarà spesso una sorta di documentazione "inconscia" derivata dall'immagazzinamento passivo di immagini del mondo che ci circonda) e persino in lavori fantastici o fantascientifici dove servirà per garantire la necessaria coerenza del mondo immaginato.

Ok, ho abusato fin troppo dello spazio concessomi :) ma penso che il bello di siti come questo sia proprio la possibilità di dialogo e confronto che offre!
Un saluto a tutti!
Davide

paolo raffaelli ha detto...

Sottoscrivo in pieno!
Sapessi che fatica a recuperare una situazione in cui avevo messo un aereo in una tavola e poi ho scoperto che su quel fronte era arrivato solo l'anno dopo!!!
Per i film sono assolutamente d'accordo, e ovviamente meglio quelli "originali" e non ambientati. A me servono anche per entrare nel "clima" della storia!

Grazie del tuo intervento, Davide

paolo

Dario Rigon ha detto...

non mi sono mai piaciuti i fumetti storici, ma il lavoro che ne sta alla base è qualcosa di veramente impressionante.. complimenti!

Anonimo ha detto...

Ciao paolo potresti dirmi su quale sito hai trovato la foto dell' aviatore tedesco???

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