domenica 1 febbraio 2009

Sceneggiatura: Punti di Vista 2

Tutorial n°90

Inquadrature e punti di vista in funzione della narrazione

Le inquadrature dall’alto e dal basso hanno una doppia funzione, sia descrittiva che “emotiva” (come un po’ tutte le inquadrature, del resto). L’inquadratura in sé stessa non significa molto perché, va da sé, dipende da quello che ci mettete dentro.

Un’inquadratura dal basso riferita a una persona ce la mostra opprimente o imponente (e lo stesso vale per un edificio). Questo perché viene esaltata la visione del soggetto ripreso. Un soldato che ha vinto una battaglia, è giusto inquadrarlo dal basso perché ce lo mostra superiore rispetto ai nemici che ha sconfitto. Oppure, un edificio che ritenete importante ai fini della storia inquadratelo dal basso ed emergerà tra la massa.


Ad esempio:

Vig. 1

Panoramica di New York. Si vedono le Torri Gemelle e un aereo in lontananza.

Vig. 2

Inquadratura dal basso delle Torri Gemelle. Un aereo si sta avvicinando a loro.

Skydoll - Barbucci, Canepa


Un’inquadratura dall’alto permette di schiacciare una prospettiva per dare un quadro d’insieme di un ambiente o rendere una persona debole, perché ne soffoca l’emotività. Un bambino rimproverato dalla madre o un drogato mentre si sta facendo, è giusto inquadrarli dall’alto perché li schiaccia contro qualcosa più grande di loro.



Superman 

Nella quinta si mette un personaggio o un oggetto molto vicino all'occhio del lettore facendo cadere l'attenzione in realtà su un personaggio o oggetto in secondo piano. Ad esempio, un cacciatore sta per sparare ad un cervo e un animalista gli corre incontro per fermarlo. Se mettete il cacciatore di quinta e l’animalista che corre verso il lettore l’occhio di chi legge cadrà sull’uomo in secondo piano.

Jonas Fink - Giardino



I secondi e terzi piani danno profondità a una scena ma, per chi scrive, è importante secondo me non abusarne troppo oltre il secondo piano, evitando di distribuire scene decisive lontano dal primo piano. Più ti allontani e più perdi l’attenzione del lettore.


josé munoz



Daniele Vessella


Un ringraziamento a Francesco Artibani.

4 commenti:

Unknown ha detto...

L'ultimo disegno di chi è?
Grazie.

Sergio Algozzino ha detto...

Josè Munoz :)

Unknown ha detto...

Ah. Ecco perché mi piaceva tanto...

Emma ha detto...

Ciao Sergio! Finalmente ho trovato il tuo blog. Ci sono arrivata da un commento che hai lasciato su quello di Gipi (mito, mito, nevvero?).
Ci conoscemmo alla fiera della piccola e media editoria a Roma, e poi venni a vedere la presentazione del libro su De André al caffè letterario di Rione Monti.
Sicuramente non ti ricordi ma volevo solo farti un saluto. Ciao :)

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