lunedì 7 luglio 2008

Lo Bocchiaro: Vignetta Satirica

Tutorial n° 82

Giuseppe Lo Bocchiaro
, architetto di giorno, fumettista di notte, ci regala questo tutorial che mostra la nascita di una vignetta satirica a colori!

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Salve a tutti, per il mio tutorial ho scelto di parlarvi della realizzazione della vignetta pubblicata sul numero 30 di “I love Sicilia”, marzo 2008. La scelta è stata dettata dalla voglia di parlare di un lavoro leggermente più articolato delle vignette che normalmente pubblico on line sul blog Rosalio (che sono il più delle volte in bianco e nero).

Per i miei lavori da tempo ho messo da parte matite e pennelli e, a parte gli schizzi relativi alla genesi dell’idea (da fare necessariamente a mano libera e senza avere il computer davanti se no mi blocco in modo irreversibile), faccio uso di una tavoletta Wacom Graphire e delle mirabilie permesse da Photoshop. Il passaggio alla tavoletta è stato consumato con un “battesimo del fuoco” che mi piace ricordare. Ero stato da poco contattato dagli amici del Gruppo Trinacria che mi avevano commissionato una striscia de “Gli isolani” e colsi l’occasione di fare una cosa per me all’epoca particolarmente “estrema”: ovvero scansionare le matite e fare le chine direttamente in Photoshop (!). Ci è voluto ben poco per capire che avrei potuto lavorare direttamente fin dalle matite sul foglio virtuale del mio computer abbattendo uno dei miei nemici più implacabili: una pigrizia mostruosa!
Cominciando a descrivere il mio modus operandi su Photoshop voglio premettere che esso è prima di tutto il frutto della mia personalissima conoscenza del programma in questione e la conseguenza della traduzione al computer di una serie di operazioni che svolgevo prima “a mano”. Dico questo per evitare di scandalizzare i professionisti con i miei procedimenti “poco ortodossi”.
Innanzitutto ho da subito capito che una razionale organizzazione dei layer era fondamentale per non creare casini e per poter tornare sulle singole operazioni senza compromettere tutto il disegno. Specifico quindi che in ogni file tipo che utilizzo ci devono necessariamente essere i layer:

chine
ombre colore
colore
ombre (grigi)
matite

Nel riportare la lista mi sono premurato di rispettare l’ordine esatto di visualizzazione dei layer. In questo modo sopra a tutti i segni ci saranno sempre le chine e le “ombre colore” dovranno sempre essere visualizzate al di sopra del layer colore (ovvero delle cosiddette “tinte piatte”).
A questa lista di volta in volta (come nel caso che sto spiegando) si aggiungono altri livelli utili a controllare al meglio il risultato finale.
Ogni disegno inizia quindi sul layer “matite” dove, con il colore blu (e con uno spessore abbastanza sottile del pennello) traccio le masse dell’intero disegno. La scelta del blu è dettata, così come nel procedimento tradizionale, dalla necessità di avere un disegno fatto di linee facilmente distinguibili e ridisegnabili con la china di colore nero.
Il fascino della tavoletta grafica, che riproduce spessori e pressioni diverse della mano sul foglio di carta, è già tutto presente in questa prima operazione.
La definizione delle masse e la composizione dell’intero disegno è normalmente aiutata dalla possibilità di selezionare per intero il disegno e di “scalarlo” a piacimento o di selezionare alcune parti per meglio dimensionarle e proporzionarle (quante volte vi è capitato di aver disegnato un’ottimo volto ma di accorgervi che esso è troppo grande o troppo piccolo rispetto al resto del corpo?)
Sulle masse agisco poi prima “sbozzando” e poi definendo nei particolari il disegno, fino a renderlo pronto per le chine. Dato che sono io stesso a inchiostrare i miei disegni posso spesso evitare di essere troppo preciso nelle matite e di velocizzare il processo precisando i segni direttamente a china.



Passo così al layer chine (che, naturalmente, è posizionato sopra al layer matite). Nell’inchiostrare l’esperienza mi ha via via insegnato a calibrare spessori diversi a seconda dei diversi piani che avrei dovuto costruire. Ma è un’esperienza appunto che ognuno deve fare personalmente, sia che si lavori con inchiostri veri sia che si agisca sullo schermo di un pc.


Tra il layer “chine” e quello “matite” vado a creare un layer “colore” che ospiterà le cosiddette tinte piatte del disegno. È necessario ribadire che tale layer debba stare al di sotto delle “chine” le quali non dovranno essere coperte dal colore ma dovranno invece continuare a definire il disegno vero e proprio.
Questa fase è per me particolarmente divertente perché, ostinandomi a lavorare come se usassi pennarelli colorati reali (e non usando, se proprio non è necessario, comandi più sbrigativi come il secchiello di riempimento), mi prendo tutto il tempo che ci vuole a riempire le aree del disegno o a ritornare sui miei passi ritoccando qua e là il colore già dato (l’avevo detto che sono poco ortodosso, o no?). Il risultato finale è quello della figura qui sotto.


A questo punto bisogna dare “spessore” alle tinte piatte appena completate attraverso la definizione delle ombre. Il metodo che personalmente seguo è quello di aggiungere, al di sopra del layer “colore” un ulteriore livello che ospiterà solo le ombre colorate. L’operazione che ripeto per ogni colore è quella di selezionare il colore di una specifica tinta piatta e modificarne il tono in modo da ottenerne la versione “in ombra”. Naturalmente (è quasi banale dirlo) a priori bisogna scegliere la direzione da cui arriva la luce e l’effetto che si desidera ottenere.
In questo modo i due protagonisti della vignetta sono praticamente “pronti”.



A questo punto inserisco il testo del dialogo e disegno in un layer specifico denominato “margini” i contorni dei ballon. Inizialmente avevo preso l’abitudine di utilizzare un ulteriore programma per definire le forme dei ballon utilizzando il disegno vettoriale. Poi ho capito che questo generava uno stranissimo contrasto tra le forme disegnate direttamente da me e i contorni perfetti dei ballon stessi e ho deciso di disegnare a mano anche quelli.




Che ne pensate del risultato finale?



Giuseppe Lo Bocchiaro



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Un bellissimo tutorial e un ottimo risultato.
Grazie milleeee

CarloV ha detto...

mi diresti il nome del carattere per i testi? grazie mille!

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